Nell’autunno del 79 d.C. Pompei, insieme ad Ercolano, Stabiae ed Oplonti, fu vittima di una forte eruzione del Vesuvio. La città fu sommersa da una pioggia di cenere e lapilli (e non di lava, come spesso si legge) che, salvo un intervallo di alcune ore, cadde ininterrotta fino a formare uno strato di almeno una decina di metri. Al momento dell’eruzione del 79 molti edifici erano ancora in ricostruzione a causa del precedente sisma del 62.
Gli scavi archeologici hanno restituito i resti della città di Pompei antica, presso la collina di Civita e alle porte dell’attuale moderna cittadina.
Iniziati nel 1748 con Carlo III di Borbone continuarono con alterne fortune e ancora oggi procedono riportando alla luce nuovi reperti che accrescono la conoscenza su quella che fu la civiltà romana di quei tempi, e nonostante i gravi danni subiti a causa di calamità naturali, come con l’ultimo terremoto del 1980, oggi risulta essere il secondo sito italiano per numero di visitatori (2013) ed è stato inserito fin dal 1997 nel Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.
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